Diario di Bordo: Crocierina Carloforte-Masua
… e il salvataggio della “Paperella”
Giovedì 16 giugno 2011
… sono passati appena 10 giorni dalla “crocierina” organizzata in occasione del Girotonno a Carloforte e ho già la possibilità di reimbarcarmi.
Ops, questa volta l’evento è improvviso, la partenza è prevista a breve…come? Venerdì 17?
Ehm… non che sia scaramantico (nooo) ma ci sarà un motivo, delle solide basi a supporto della tesi che recita “di Venere e di Marte né ci si sposa né si parte”. Per di più cade di 17!!! “Apposto!!!”
Sento Ettore e Gianluca… un posto in barca c’è! Pronto per una nuova AvventuraVela!
Bagaglio pronto, questa volta, dopo l’esperienza Girotonno, preparato in tempo record.
Per la cambusa per 6 persone, ci ha pensato Roberto… chissà se anche lui ha avuto il mio stesso timore (vedi “Il mio primo Diario di Bordo”).
Io ho procurato semplicemente l’acqua gassata e il caffè. Pare che il liquido con le bollicine sia di fondamentale importanza per la sopravvivenza del comandante (Ettore).
Purtroppo non sono riuscito a portare ciò che mi aveva richiesto “l’uomo che non vedremo mai su FB”… sarà per la prossima volta 😉
Venerdì 17 giugno 2011
Si salpa, ed indovinate un po’? Mai essere troppo poco scaramantici.
Le credenze su Venere e Marte sono veritiere. Il maestrale ci sballotta tanto di giorno quanto di notte. Il Genoa si squarcia. Roberto cade in mare nel tentativo di issare la vela. Ci becchiamo anche una bella passata d’acqua. Il pentolone con l’acqua per la pasta si rovescia sui piedi dello sfortunato Luca. Iole non fa altro che rimettere. Francesca sembra più di là che di qua. Ettore prega in aramaico. Mai sfidare le leggende, per quanto possano sembrare metropolitane 🙁
E invece no! Quanto appena descritto è ciò che sarebbe potuto accadere partendo la sera di venerdì 17. Ma come si dice… “Prevenire è meglio che curare!” e così, Ettore, Roberto, Francesca, Iole, Luce e il sottoscritto abbiamo levato l’ancora la mattina di sabato 18!!! Chiamateci scemi!
Ricominciamo…
Sabato 18 giugno 2011
L’unico inconveniente, al sottoscritto, è capitato appena fuori dal porto.
Mi dirigevo a prua e… STOC! Un rumore sordo rimbomba fino a poppa.
Subito Ettore: «l’ho sentito, l’ho sentito, quello era rumore di mignolino! Male? Male?».
Non so, saranno tutte quelle bollicine che butta giù, ma aveva ragione.
Un incontro ravvicinato del tipo più doloroso, neanche sul carrello, ma sulla guida su cui poggia il carrello del fiocco (eppure la mamma me lo diceva sempre: «solleva quei piedi!!!»).
In realtà, per dovere di cronaca, Ettore aveva quasi ragione. Non era il mignolino del piede ma quello subito prima. Come si chiama… ehm… per le dita dei piedi è un po’ come per il nome dei 7 nani… nessuno li ricorda mai senza l’aiuto di Zio Google 😉
Rotta per il Pan di Zucchero.
Ma ecco, per mare, anziché il classico avviso «Orza a Prua» si sente «Papera a Prua». Chissà quale povero bambino sta piangendo il salvagente a forma di papera che issiamo a bordo con il mezzo marinaio :).
Ora è tutto perfetto. Valentina III ha la “Polena” e noi la nostra Mascotte :).
É un sabato fenomenale. Sole e leggera brezza. Tanti bagni e tuffi. Quando il sole riscalda ci rinfreschiamo aperitivizzandoci con i “beveroni” di Francesca.
Il mare calmo ci consente di visitare, in apnea, il grottino del “soffione” (da qualcuno ribattezzato del soffocotto).
Si tratta di un grottino situato proprio davanti al Pan di Zucchero. É individuabile dall’esterno grazie a dei soffi d’aria, provenienti dall’interno e dovuti al moto ondoso, che nebulizzano l’acqua.
Un respiro profondo, qualche metro in apnea e ci ritroviamo a galleggiare in una bolla d’aria. Sopra, la parte buia del grottino. Sotto, il contrasto blu della luce che penetra dall’esterno. Le orecchie rimbombano, c’è fresco. Una figata. L’unico pecca è non avere una macchina fotografica subacquea. Vabbè… rimarrà comunque un bel ricordo :).
Ritorniamo a nuoto su “Valentina III” e proseguiamo le nostre avventurose escursioni con il tenderino. In sei probabilmente si è in troppi. Anche se effettivamente siamo in cinque… due sono mezzi marinai :P. Imbarchiamo acqua. Tanta acqua. Ecco, c’è ancora la scia degli effetti collaterali del Venerdì 17. Fortunatamente abbiamo a bordo “Kikka boga s’acqua… e sciacqua”… siamo salvi :P.
Gironzoliamo sotto costa visitando le varie grotte e passando sotto i due archi del Pan di zucchero. Si, il Pan di Zucchero ha due archi. Non ci facciamo mancare proprio niente. Foto di rito con la Paperella, che durante la nostra assenza era di guardia, beverone e pranzo in rada.
Intorno alle 17 sbarchiamo tra gli sguardi indiscreti, tipo profughi, nella spiaggia di Masua dove ci ristoriamo con un gelatino. Ci aspettava una sfida a Beach Volley più cena finale con i ragazzi del chiosco (warung) ma, purtroppo, il maestrale stava per entrare e ci siamo dovuti spostare al riparo per passare la notte. Non mancherà occasione per mostrare di cosa è capace a Beach e a Tavola (soprattutto) l’equipaggio di “Valentina III”.
Da Masua veleggiamo, tra uno scatto e l’altro e tra promesse che non arrivano, alla luce del tramonto, fino all’Isola Piana. La luna è rossa, quasi piena e il cielo pulito. Cerchiamo di individuare le costellazioni con l’aiuto dell’IPhone di Kikka… peccato che il GPS risulta sfasato di appena 180°.
Andiamo a letto prima del maestrale… la giornata è stata intensa di avvenimenti. Effettivamente durante la notte balliamo un po’. Un simpatico rollio ha giocato incessantemente con l’ancora STATAM… STATAM. Povera Paperella a prua sola soletta. Non ci si comporta così!
Domenica 19 giugno 2011
Sarà stato per via del rollio ma ci siamo svegliati all’alba. Chi non si voleva svegliare è stato buttato giù dal letto con un leggero sottofondo musicale :P.
Dopo la colazione salpiamo alla volta delle colonne all’Isola di San Pietro. Qui al riparo dal maestrale ci concediamo una sbragata in spiaggia come veri e propri turisti.
Il rientro è stato perfetto per una bella veleggiata a 30 nodi. La barca piega e ci sediamo tutti sul lato opposto. A bordo tutti contenti. L’unica esclamazione “colorita” è stata quella di Iole al piegarsi della barca: «Ma stai scherzando?!?!». L’uomo che non vedrete mai su FB è stato rinominato l’uomo Randa. Talmente gasato che si sarebbe portato a casa la maniglia.
E poi… e poi i delfini… meraviglioso vederli seguire la nostra rotta anticipandoci a prua!!! Spettacolo!!!
Arriviamo in porto… avvolgi il fiocco… che faticaccia 😛
…che strano… basta poco… il baricentro si abitua al rollio delle onde e tutto è così stabile, immobile, in perfetto equilibrio come sulla terraferma… poi rimetti, da prima, piede sul molo e tutto, come non stesse funzionando bene qualcosa, inizia a girare… l’equilibrio che ti ha sorretto per anni e anni consecutivi di colpo svanisce, ti senti stordito… pensi si tratti di un caso dovuto all’ondeggiare del molo ma ne hai conferma qualche metro dopo quando metti completamente piede sulla terra”ferma”… ondeggi, barcolli e questa volta non basta poco al baricentro per abituarsi alla “stabilità” terrestre… eppure, almeno nel mio caso, non è una brutta sensazione… mi ricorda l’ondeggiare delle ore felici appena trascorse in perfetto equilibrio 😉
Pierluca – I Viaggi di P
Ps: avete cercato il nome delle dita dei piedi? 😉
Rileggersi dopo tanti anni è emozionante. Ritrovarsi a sorridere nel ricordare i bei momenti e ridere davanti ai tanti termini errati per la ancora poca conoscenza della Vela 🤣
A seguire qualche immagine ricordo e lo screen di tutti i vecchi commenti ricevuti su FB… Ti riconosci? Fammelo sapere inviandomi un messaggio tramite il box a fondo pagina 🤗